di Salvo Barbagallo
Lo abbiamo scritto tante e tante volte: non si comprende il particolare permissivismo dell’attuale Governo dell’Italia in merito al continuo (e incontrollabile) flusso di migranti che sbarcano tranquillamente accolti in Sicilia.
Oggi c’è una Sicilia classificata “Zona Arancione” che deve sottostare alle misure di sicurezza per fronteggiare il cosiddetto crescente numero di contagi da Coronavirus. I Siciliani si adattano più o meno volentieri alle nuove “regole” imposte in questo singolare (apparentemente) limitato lockdown, ma non comprendono i “perché” e i per “come” queste regole valgano soltanto per la collettività territoriale e non per gli individui che approdono (in un modo o in un altro) in Sicilia. Individui in parte sottoposti a controlli – quelli che vengono “recuperati” dal naviglio militare italiano in alto mare, spesso in acque internazionali, a volte in acque di competenza dei Paesi frontalieri del Mediterraneo -, altri che ai controlli sfuggono in quanto praticamente impossibile sottoporre a totale vigilanza le spiagge della costa estrema dell’isola.
Accoglienza e solidarietà riteniamo che siano termini (molto) impropri e non sufficienti per “motivare” il permissivismo da parte delle autorità governative nei confronti delle persone che giungono in Sicilia.
Siamo in piena seconda ondata di Pandemia e potrebbe darsi che si profili anche una terza ondata più terrificante. Si afferma che le strutture sanitarie sono insufficienti, ma non si è provveduto per tempo per adeguarle alle necessità che già si prospettavano. Ebbene, in una situazione tragica come quella che l’Italia attraversa ormai da mesi e mesi, le competenti autorità governative trovano il modo di provvedere ad attrezzare strutture “adeguate” (navi da crociera, hotel di lusso) per collocare quelli che giungono in Sicilia provenienti – ora come ora – dalla Tunisia con barconi, barchette, gommoni e quant’altro.
Accordi sotto traccia tra Governi?
Quanti sbarcano in Sicilia non fuggono da guerre, né tentano di sfuggire alla fame: foto e video lo dimostrano ampiamente. Sono giovani aitanti, vestiti bene, provvisti di cellulari e carte di credito. Perché, allora, viene applicato un trattamento di “riguardo” nei loro confronti? Questi “extra-nostrani” non stanno solamente nelle navi “quarantena”: si ritrovano ovunque nei quartieri e nelle strade di tutta Italia. Disturbano, ma non possono essere “disturbati”, vengono “ignorati” anche dalle Forze dell’Ordine. Nessun controllo sui gruppi che scorazzano per le vie urbane, e ciò mentre alta è la tensione per possibili attacchi terroristici in Europa: i recenti fatti di Nizza e Vienna lo hanno dimostrato.
Inutile porre interrogativi su quanto sta accadendo: la situazione è sotto gli occhi di tutti, anche sotto gli occhi di chi governa questo Paese/Italia. Si può soltanto constatare che i conti non tornano, e ciò potrebbe (o può) significare che se i Governanti agiscono nel modo che si nota, qualche “programma”, qualche “progetto” sui migranti lo hanno da tempo. Questo potrebbe spiegare la circostanza che qualsiasi protesta in merito, da Lampedusa a Torino, cade nel vuoto.